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- 6.400 militari hanno ricevuto sostegno psichiatrico dopo il 7 ottobre.
- Il centro assiste oltre 64.000 soldati, 8.000 con PTSD.
- Il sistema diviso in 12 aree, risposta in 48 ore.
L’Emergenza Salute Mentale in Israele: Un Bilancio a un Anno dal 7 Ottobre
Il sistema sanitario israeliano si trova a fronteggiare una prova senza precedenti: la gestione dell’ondata di problematiche di salute mentale e traumi psicologici generati dal conflitto con Hamas, iniziato il 7 ottobre 2023. A dodici mesi di distanza, i numeri sono sconcertanti e tracciano uno scenario arduo, in cui la capacità di ripresa della popolazione è severamente testata. Il Ministero della Difesa israeliano ha comunicato che circa 6.400 militari hanno ricevuto sostegno presso il centro di riabilitazione psichiatrica dall’inizio delle ostilità, un quantitativo triplicato rispetto al totale dei veterani assistiti durante il 2022. Questo incremento improvviso mette in risalto l’effetto devastante della guerra sul benessere psichico dei soldati, con il 21% dei casi che riportano lesioni alla testa, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) o altre forme di disagio psicologico.
La situazione è resa ancora più complessa dalle previsioni del Ministero, che valuta l’arrivo di altre migliaia di veterani che necessiteranno di riabilitazione nel corso del prossimo anno, a causa della natura estesa del conflitto e dello stress derivante dalle operazioni in contesti urbani e dagli scontri a distanza ravvicinata. Attualmente, il centro assiste oltre 64.000 soldati, di cui 8.000 affetti da PTSD. Per far fronte a questa emergenza, la sanità militare israeliana ha inaugurato un nuovo centro di servizi di salute mentale, provvisto di una clinica specializzata nel trattamento post-trauma, diretta da terapisti civili. Il dipartimento di salute mentale del Corpo Medico ha inoltre *attivato una rete di professionisti specializzati in ogni area, con lo scopo di offrire un’assistenza tempestiva ai militari in difficoltà. Durante i combattimenti, su richiesta dei comandanti, decine di specialisti hanno raggiunto le truppe operative nella Striscia di Gaza con l’intento di fornire un primo soccorso psicologico ai combattenti che avevano subito esperienze traumatiche.
La Resilienza di un Popolo e le Sfide del Sistema Sanitario
Nonostante la brutalità e la ferocia dell’attacco di Hamas, il popolo israeliano ha dimostrato una notevole resilienza. Tuttavia, la sfida principale rimane quella di fornire un’assistenza adeguata ai pazienti affetti da PTSD, depressione e ansia. In risposta all’emergenza, il sistema sanitario israeliano si è riorganizzato, aprendo nuovi ambulatori e reclutando medici esperti, anche tra coloro che erano andati in pensione. Il Professor Hilik Levkovitch, presidente e direttore del “Merhavim”, il più grande ospedale psichiatrico in Israele, ha sottolineato l’importanza di un sistema di coordinamento efficiente tra gli ospedali psichiatrici per gestire l’aumento della domanda di servizi di salute mentale.

Il sistema sanitario israeliano ha dimostrato una notevole capacità di risposta, dividendo il Paese in 12 aree e affidando a ciascun ospedale la responsabilità di una zona specifica. In particolare, l’équipe del Professor Levkovitch ha preso il controllo di un’area di circa 200 km, dove sono state trasferite oltre 6.000 persone che vivevano lungo il confine. Questo sforzo straordinario ha richiesto solo 48 ore di preparazione e 2 ore di coordinamento, dimostrando l’efficacia del sistema di emergenza israeliano.
L’Impatto del Trauma e le Strategie di Intervento
Gli eventi traumatici del 7 ottobre hanno avuto un impatto profondo sulla salute mentale della popolazione israeliana, con un aumento significativo dei casi di PTSD, soprattutto tra coloro che hanno vissuto direttamente l’esperienza traumatica. Si è inoltre notato un peggioramento della sindrome da stress post-traumatico in soggetti che precedentemente manifestavano disturbi simili, specialmente tra le donne. La cultura israeliana, orientata alla vita e al progresso, si è trovata a confrontarsi con la cruda realtà del terrorismo, un’esperienza difficile da elaborare per molti.
Per affrontare i disturbi mentali legati a eventi traumatici, sono state implementate diverse strategie di intervento terapeutico. Tra queste, la terapia dell’esposizione prolungata e l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), una tecnica psicoterapeutica che utilizza la stimolazione sensoriale per facilitare la rielaborazione dei ricordi traumatici. Sono state inoltre avviate sessioni di psicoterapia in fase precoce al fine di agevolare un miglioramento delle condizioni psicologiche dei soggetti coinvolti. È fondamentale, inoltre, il supporto psicologico offerto agli ostaggi liberati, con un approccio discreto e personalizzato, che pone al centro il benessere del paziente.
Oltre la Guerra: Ricostruire la Salute Mentale e il Futuro di Israele
La crisi della salute mentale in Israele non è solo una conseguenza del conflitto attuale, ma si intreccia con un trauma storico profondo: il ricordo dell’Olocausto. Questo dolore ereditato si trasmette di generazione in generazione, influenzando la mentalità collettiva e creando un terreno fertile per i disturbi mentali. Per affrontare questa sfida complessa, è necessario un approccio olistico, che tenga conto sia delle ferite del presente che delle cicatrici del passato.
È fondamentale investire nella salute mentale dei bambini, creando ambienti sicuri e stimolanti, dove possano elaborare le proprie emozioni e sviluppare la resilienza. Inoltre, è importante sostenere gli operatori sanitari, che sono in prima linea nella gestione dell’emergenza, offrendo loro supporto psicologico e risorse adeguate. La telemedicina e le nuove tecnologie possono svolgere un ruolo cruciale nel raggiungere le persone che vivono in aree remote o che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di salute mentale.
Un Futuro di Speranza e Resilienza: Il Cammino Verso la Guarigione
Il cammino verso la guarigione sarà lungo e complesso, ma Israele ha dimostrato di possedere le risorse e la determinazione necessarie per superare questa sfida. La resilienza del popolo israeliano, la competenza del sistema sanitario e l’impegno della comunità scientifica sono elementi fondamentali per costruire un futuro di speranza e benessere per tutti.
In questo contesto di profonda sofferenza, è essenziale ricordare che la salute mentale è un diritto fondamentale e che ogni individuo ha il diritto di ricevere il supporto e le cure necessarie per superare il trauma e ricostruire la propria vita.
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Amici, riflettiamo un attimo. La guerra, con i suoi orrori e le sue perdite, lascia cicatrici profonde non solo sui corpi, ma anche nelle menti e nei cuori delle persone. Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è una ferita invisibile che può manifestarsi anche a distanza di anni dagli eventi traumatici, influenzando la vita quotidiana e le relazioni interpersonali.
Una nozione base di psicologia cognitiva ci insegna che i ricordi traumatici possono essere immagazzinati in modo diverso rispetto ai ricordi ordinari, rendendo difficile la loro elaborazione e integrazione nella narrazione personale. Questi ricordi possono riaffiorare in modo intrusivo, sotto forma di flashback, incubi o pensieri ossessivi, causando un forte disagio emotivo.
Una nozione avanzata ci spiega come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) possa aiutare a rielaborare i ricordi traumatici, attraverso la stimolazione bilaterale del cervello, facilitando la connessione tra l’emisfero destro (sede delle emozioni) e l’emisfero sinistro (sede del linguaggio e della logica). Questo processo permette di integrare il ricordo traumatico in una prospettiva più ampia, riducendo il suo impatto emotivo e favorendo la guarigione.
Ricordiamoci che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e di amore verso se stessi. Se tu o qualcuno che conosci sta lottando con il PTSD o altri disturbi mentali, non esitare a cercare il supporto di un professionista qualificato. Insieme, possiamo superare le sfide e costruire un futuro di speranza e resilienza.